Le persone che hanno il dono della preveggenza non sono persone ‘normali’ nel senso che sono molto più sensibili delle altre.
Spesso, prima di essere stati provati dalla vita non sapevano neanche cosa fosse la parola ‘prevedere’ anzi, forse ne ridevano, pensavano che non fosse possibile una cosa del genere.
Poi invece, hanno provato sulla loro pelle cosa significa avvertire tempo prima che sta per accadere qualcosa di importante a se stessi, ad una persona cara o ad un amico.
E non sempre questa cosa è piacevole, anzi, potrebbe persino arrecare qualche fastidio perché la mente ne risente, si ha il timore di scoprire cose terribili ma anche positive.
Un tempo c’era quella cultura contadina oramai secolarizzata ma la cartomanzia e le persone che prevedevano il futuro non fanno parte di quel processo di credenze popolari che appaiono più come superstizioni che certezze.
Il dono della preveggenza non è una superstizione popolare come quelle ancora diffuse nei vecchi paesini con le contrade dall’acciottolato lucido.
La preveggenza è una realtà che è sempre esistita e continuerà ad esistere non come le antiche leggende come quella che per tenere lontana la ‘ianara’ bisognava intrecciare le code dei cavalli per impegnarla a scioglierli fino a che arrivassero le prime luci dell’alba.
Questa è una semplice convinzione dovuta all’ignoranza di quei tempi e che ovviamente, sta sfatando ma la preveggenza è un’altra cosa che non può essere sfatata e non smetterà mai di venire a galla in quelle persone fin troppo premonitive.
La figura del cartomante è questa, una persona schietta e sincera che dice le cose come stanno, senza neanche aprire le carte perché sente che attorno alla persona che chiede aiuto, sta avvenendo qualcosa, si sta muovendo energia positiva o negativa.
Le carte fanno parte della scenografia, di quella grafica ambientale necessaria per dare agio al consultante di avvertire qualcosa di misterioso e forse è giusto che sia così.
Ognuno di noi deve sentirsi bene durante un consulto, deve entrare in sintonia con cartomante, deve apparire disinvolto e senza timore.
Il cartomante, in quel momento, è il confidente, l’amico, lo psicologo, colui che non darà neanche agio di parlare perché avverte che c’è qualcosa che non va senza nemmeno consultare le carte.
Queste ultime tuttavia, hanno un ruolo importante in quest’arte divinatoria antica come il mondo.
Le interpretazioni non sono una specie di gioco ma servono da tramite, sono un mezzo importante che aiutano ad identificare il problema e ad aiutare la persona che si ha di fronte.
La cartomanzia serve come approccio infatti, non è affatto qualcosa di magico perché la magia nera e bianca fanno parte di tutt’altro genere di pratiche dove c’è la possibilità di trovare persone truffaldine, come in ogni campo del resto.
E se qualcuno potrebbe pensare che le carte non sono affidabili perché molti cartomanti utilizzano carte diverse comprese quelle da gioco, c’è una risposta anche a questa domanda.
La cartomanzia è un’arte divinatoria che risale a tempi davvero lontani e non esiste una sola tecnica di lettura ma ce ne sono diverse e con metodiche differenti ma tutti sviluppano il medesimo schema di chiusura e sono volte ad identificare i problemi e non a risolverli ma ad aiutare il consultante ad intraprendere percorsi a cui, senza l’aiuto di un valido cartomante non avrebbe mai pensato.