Il ritorno del vinile nei tempi moderni

Da amatissimo simbolo vintage della musica al grande ritorno sul mercato discografico. Si parla del vinile, oggetto di culto che negli ultimi anni è ritornato prepotentemente sulla scena. Il famoso disco nero è bello, suona da paura e soprattutto ci libera dalla mania compulsiva dello streaming.

Il vinile nell’industria discografica

Il vinile è tornato nel mondo della musica con dei numeri che parlano molto chiaro. Nell’era digitale stavolta il punto va a netto favore dell’analogico. Stando ai dati della FIMI (acronimo di Federazione Industria Musicale Italiana) in Italia nel 2017 il mercato del 33 giri è maturato del 46,7%. Un elemento impressionante che dimostra come il vecchio vinile si sia preso una fetta del mercato discografico italiano. Dato ancora più sconvolgente se si pensa alla crisi di questa industria negli ultimi anni, grazie all’avvento aggressivo della tecnologia digitale.

Un oggetto per nostalgici

Il disco nero era diventato una specie di oggetto da collezione, che i più fortunati custodivano nostalgicamente come simbolo del passato. I dischi si trovavano sugli scaffali dei negozietti per collezionisti o anche nelle fiere su qualche bancarella. Un oggetto vintage, emblema di una cultura musicale sorpassata prima dai CD e poi dall’avvento dello streaming.

Nostalgia e curiosità

La rivoluzione del vinile è sbocciata qualche anno fa, da parte di chi con quel suono era cresciuto e non si arrendeva all’idea di perderlo. Ma anche i ragazzi più giovani sono stati i protagonisti di questo ritorno, nonostante la distanza anagrafica dall’analogico. Da un lato un desiderio nostalgico di riprovare certe emozioni ormai sterilizzate dal digitale. Dall’altro la curiosità di sperimentare la tecnologia analogica, così lontana eppure affascinante.

Per quanto lo streaming a cui siamo abituati appaga la necessità di avere tutto subito, l’esperienza di un 33 giri ha un livello impareggiabile. Estrarre il disco dalla busta e sentire il profumo della confezione appena stampata. Ascoltare il magico rumore della puntina che si posa sui solchi del disco mentre dalle casse esce un suono particolare. Non quello perfetto e freddo del digitale, ma quello caldo, con fruscii, rumori di fondo.

Il Record Store Day

Un ritorno sancito anche dalla presenza del vinile sempre più massiccia all’interno di centri commerciali e megastore tecnologici. Un successo incredibile che viene festeggiato con una giornata dedicata a livello mondiale, il Record Store Day. Una vera e propria giornata-evento in cui si celebrano i negozi indipendenti di dischi, con edizioni limitate di 33 e 45 giri. Solo in Italia esistono circa duecento store che aderiscono a questa iniziativa in onore della musica analogica. Per l’evento si occupano di organizzare show, concerti, dj set e proiezioni di film.

Analogico o digitale?

Questo grande ritorno sulla scena del mercato discografico, che sia passeggera o duratura, ha inevitabilmente innescato delle polemiche. La presunta superiorità del vinile in termini di qualità audio rispetto a CD o MP3 ha innescato pareri contrastanti. Non ci sono un’opinione giusta e una sbagliata su questo punto, perché la qualità dell’ascolto dipende in realtà dall’impianto audio. Ma la qualità del vinile sta nella lentezza del momento. Godersi un 33 giri senza fretta, apprezzando il piacere di un ascolto fatto con attenzione.

Maggiori informazioni è possibile trovarle sul sito giradischivinile.it

Autore dell'articolo: Alexandra